Ecco come funziona l'assistenza sanitaria per i viaggi all'estero!

Corriere della sera:

Viaggi all'estero: ecco come funziona l'assistenza sanitaria oltreconfine.
Un infortunio, un malore: dove siamo protetti dal nostro Servizio sanitario?
È tutto gratis o si paga qualcosa? È bene informarsi prima di partire (anche
con un'app).

di Maria Giovanna Faiella.

Durante un soggiorno temporaneo all'estero ci spetta l'assistenza sanitaria
gratuita se abbiamo bisogno di cure impreviste? Dovremo pagare la visita dal
dottore o le cure ricevute in ospedale o, addirittura, l'ambulanza? Le spese
sostenute saranno rimborsate una volta tornati in Italia? E come districarsi
tra regole e procedure spesso diverse nei vari Paesi del mondo? Per rendere
più semplice e accessibile l'assistenza sanitaria all'estero per coloro che
viaggiano per turismo, o per motivi di lavoro o di studio, il Ministero
della Salute ha predisposto due nuovi strumenti (utili per qualunque Paese
si voglia raggiungere) nell'ambito del Progetto EESSI-Electronic Exchange of
social Security Information, finanziato dalla Commissione europea: un
opuscolo dal titolo «Mobilità Sanitaria Internazionale» - prodotto in 100
mila copie e già distribuito nelle Asl - e una app per cellulari, versione
mobile dell'applicazione «Se parto per.», già disponibile da alcuni anni sul
portale del Ministero stesso.
I diritti in ogni Paese
«Prima di partire, è bene che il cittadino sappia quali sono i suoi diritti
nel Paese meta del soggiorno - sottolinea Sergio Acquaviva, direttore dell'ufficio
che si occupa della mobilità sanitaria internazionale presso la Direzione
generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute - . Se
poi ha necessità di avere informazioni sul posto, può accedere alla guida
interattiva attraverso l'app «Se parto per.». Inoltre, può consultare
direttamente dal dispositivo mobile, ovunque si trovi, la normativa
comunitaria vigente e, grazie al sistema EESSI, anche la directory pubblica
che consente di sapere quali istituzioni, in uno specifico Stato dell'Unione
europea, si occupano di tutelare i diritti in materia di sicurezza sociale,
oltre che di assistenza sanitaria. Non si trovano, invece, gli indirizzi di
ospedali o strutture dove curarsi».
La guida interattiva
Come usare la guida interattiva? Collegandosi al portale del Ministero, o
tramite l'app, bisogna scegliere il Paese di destinazione alla voce «Dove
vai?», poi selezionare il motivo del viaggio (temporaneo soggiorno, turismo,
lavoro, cure di altissima specializzazione, trasferimento di residenza o
gravidanza-parto); alla fine del percorso appare la schermata con le
indicazioni su che cosa fare prima di partire, durante il soggiorno e altri
consigli per evitare brutte sorprese.
Viaggi in Europa
Ma iniziamo con l'ipotesi di un viaggio o di un soggiorno in Europa. Se vi
recate in uno Stato dell'Unione europea o in Islanda, Liechtenstein,
Norvegia, Svizzera (Stati che fanno parte della Associazione europea di
libero scambio, EFTA, dall'inglese European Free Trade Association),
ricordatevi di portare con voi la TEAM -Tessera Europea di Assicurazione
Malattia. In pratica, è il retro della tessera sanitaria (quella che viene
rilasciata dall'Agenzia delle entrate a tutte le persone, non solo italiane,
iscritte al Servizio Sanitario Nazionale, per esempio anche a un lavoratore
extracomunitario che svolge la sua attività presso una famiglia italiana), e
ha una validità di sei anni. Negli Stati Ue o EFTA, presentandola al dottore
o in ospedale (pubblico o convenzionato), potete accedere alle prestazioni
mediche necessarie, non solo urgenti, alle stesse condizioni dei cittadini
del Paese visitato. In generale, le prestazioni sono gratuite, salvo il
pagamento dell'eventuale ticket o di altra partecipazione alla spesa
prevista. Ma attenzione, avverte Sergio Acquaviva: «I sistemi di assistenza
sanitaria in Europa variano da un Paese all'altro. Servizi che sono gratuiti
in Italia potrebbero non esserlo in un altro Stato europeo, oppure può
essere previsto un ticket per l'ambulanza, che da noi, invece, non si paga.
Per esempio, in Francia vige un sistema basato sull'assistenza in forma
indiretta, per cui va pagata la prestazione e poi va richiesto il rimborso,
o direttamente all'istituzione competente (nello specifico, CPAM), che
provvede a darlo in giornata (l'indirizzo si può trovare nella directory
pubblica del sistema EESSI, cui si accede tramite l'app), oppure al rientro
in Italia, rivolgendosi alla propria Asl che rimborserà - previa
presentazione delle ricevute e della documentazione sanitaria entro 90
giorni - dopo avere verificato le tariffe con lo Stato di soggiorno». Va
sottolineato che i ticket, in qualunque Paese si siano pagati, non sono mai
rimborsati. «E in alcuni Paesi sono piuttosto alti - riferisce Acquaviva -.
Per esempio, in Francia corrispondono a circa il 20% della prestazione
erogata, tanto che molti francesi hanno una polizza assicurativa per la loro
copertura». È bene sapere anche che l'esenzione dal ticket per determinate
malattie croniche riconosciuta in Italia, non è detto che lo sia in un altro
Stato dell'Ue e EFTA. In questo caso le Asl di residenza possono decidere di
rimborsarla comunque. Ancora: i malati cronici, presentando la TEAM, hanno
diritto alla "continuità delle cure", cioè a tutte le cure necessarie in
base al proprio stato di salute. Comunque, per esempio a chi è in dialisi o
in chemioterapia, il Ministero della Salute consiglia di prendere in
anticipo i contatti con la struttura estera a cui si chiederà la
prestazione!