Il container-deumidificatore che estrae acqua potabile dall'aria!

Da Il Corriere della sera:

Il paragone con un deumidificatore, seppur di dimensioni gigantesche, fa

arricciare il naso ai ricercatori dell’Università di Pavia, alla Ivr di Boca

(Novara), che è il partner industriale produttivo, e alla Seas, la startup del

Canton Ticino che commercializza Air to Water, ma sicuramente è la tecnologia

più vicina all’esperienza comune che consente di capire come funziona il

macchinario. Air to water è proprio questo, uno strumento (il prototipo ha la

dimensione di un container e ciò consente una «facile» trasportabilità) che

filtra l’aria umida, la refrigera creando una condensa che viene raccolta,

sanificata e mineralizzata e diventa acqua potabile. «Abbiamo iniziato a

lavorarci quasi tre anni fa coinvolgendo fin da subito i ricercatori

dell’Università di Pavia - racconta il presidente di Seas, Graziano Giacomini -

In pochi mesi abbiamo prodotto il primo prototipo capace, in alcune condizioni,

di produrre fino a 10 mila litri d’acqua al giorno». Le condizioni di

operatività sono un’umidità relativa di almeno il 70% e una temperatura di

esercizio di 27-30 gradi, habitat che è facile trovare «in alcuni deserti umidi

o in foreste come l’Amazzonia. Se le condizioni fossero diverse si otterrebbe

comunque acqua, ma meno e consumando più gasolio che fa funzionare l’unità».

Sei attrezzature in giro per il mondo

E proprio nell’Amazzonia brasiliana giungerà una delle sei unità vendute dalla

nascita della società il primo gennaio del 2014. «Preferiamo operare con il

mondo della solidarietà, con le Ong - prosegue Giacomini- così abbiamo proposto

i nostri macchinari inizialmente come strumenti che aiutassero in caso di

emergenze. Due Air to Water da 10 mila litri, infatti, sono destinati ai campi

profughi in Libano. In seguito abbiamo aperto la commercializzazione a enti

pubblici o a società. Gli altri saranno dislocate in un porto in Messico dove

l’acqua arriva attraverso tubature non proprio a norma, una in un ateneo, sempre

messicano, per soddisfare le necessità del campus. Infine una è destinata

all’Algeria». Nei progetti dell’azienda, che ha ottenuto finanziamenti da

investitori americani, c’è la quotazione in borsa a Zurigo.

Il problema dell’acqua

Secondo il World Water Report della Nazioni Unite circa 880 milioni di persone

nel mondo non hanno accesso ad acqua potabile pulita e 3.4 milioni di persone

muoiono ogni anno per mancanza d’acqua e patologie collegate. Ma non solo.

L’acqua potabile serve per l’agricoltura e l’allevamento: produrre un chilo di

riso richiede 3.500 litri di acqua e un chilo di carne 15 mila litri.

Inquinamento e un uso spregiudicato delle risorse idriche ne stanno riducendo la

disponibilità tanto che lo stesso report dice: «Il fabbisogno di acqua per

supportare la crescita della popolazione sta aumentando, e la scarsità di acqua

obbligherà le nazioni ad esplorare progressivamente risorse idriche non

convenzionali». E gli analisti prevedono che il mercato dell’acqua in bottiglia

si espanderà da 117 miliardi di dollari (2013) a 195 miliardi entro il 2030. In

altre parole l'acqua si sta trasformando in un vero e proprio «oro blu».

Gli sviluppi

«L’evoluzione di Air to Water - spiega l’ingegnere Rinaldo Bravo a capo del

progetto - procederà lungo diverse direttrici. La prima consiste nel costruire

macchinari proporzionalmente più piccoli (da 2,5 a 10 mila litri) e renderli

“parallelabili e accoppiabili” per fornire la giusta risposta a qualunque

esigenza. La seconda via è quella di trasformare questi strumenti in centrali

che forniscano più servizi contemporaneamente: già oggi un container è capace di

dare 2500 litri di acqua distillata, 8 mila metri cubi di aria refrigerata e 4

mila litri di acqua calda (a 50 gradi) per il riscaldamento». Grazie a questa

funzione un modulo grande come un container può «gestire» in autonomia un

edificio da 8000 mila metri quadri o una piccola comunità.

Ad ognuno il suo oro blu

Inoltre, con una serie di «componenti aggiuntivi», il macchinario è in grado di

produrre quattro tipi di acqua. Grazie ad appositi strumenti di mineralizzazione

viene resa potabile, da bere o per utilizzo in agricoltura o allevamento. «Ma

non solo, il liquido risultante del processo è acqua distillata che può essere

utilizzato in alcune industrie o bidistillata per uso farmaceutico o negli

impianti di produzioni altamente tecnologiche. Ora la sfida è rendere più

efficienti i consumi per rendere più economica la produzione di acqua».