Se volete essere creativi imparate ad annoiarvi e a staccare la spina!

Dal Corriere della sera:


Un ambiente molto ricco di stimoli sembra aver favorito lo sviluppo di
alcune facoltà mentali, ma sarebbe anche responsabile di un calo dell'inventiva,
specie nei bambini.

Leonardo Da Vinci è l'esempio più famoso di creativo a tutto tondo: ha
realizzato capolavori di ingegno e maestria in innumerevoli campi.
Musicisti, pittori, scrittori fanno della creatività un lavoro e sono
creativi per contratto pure i pubblicitari. Ma creativa è anche la massaia
che deve reinventarsi una ricetta perché le manca un ingrediente, o l'elettricista
che trova una soluzione diversa dal consueto per far funzionare un impianto.
Il pensiero creativo, insomma, sembra poter essere ovunque. Ma che cos'è
davvero la creatività? La possediamo realmente tutti, o è un dono di pochi
talentuosi? È legata a doppio filo con l'intelligenza? Ma soprattutto, è
vero che è in crisi, come sostiene uno studio apparso di recente sul
Creativity Research Journal? Stando, infatti, ai risultati della ricerca,
condotta su 300mila persone sottoposte a uno dei test più usati per misurare
la creatività, dal 1990 in poi c'è stato un chiaro declino dei punteggi,
mentre gli analoghi test sull'intelligenza indicano una continua crescita
del quoziente intellettivo: un ambiente molto ricco di stimoli come quello
attuale pare averci reso più intelligenti, "addormentando" però l'inventiva,
specie nei bambini, che invece, di solito, sono i migliori nei test di
creatività. Secondo i ricercatori, ciò accade perché interagiamo in modi
sempre più impersonali grazie alla tecnologia, perdendo "segnali"
comunicativi che arrivano dal contatto diretto e aiutano a sviluppare una
personalità estrosa.
Ma la nostra creatività diminuisce pure perché oggi tutti, bambini compresi,
abbiamo poco tempo per pensare in libertà: nel caso dei bimbi, ad esempio,
programmi scolastici molto ampi, attività collaterali di ogni genere e
giochi elettronici hanno fagocitato il tempo libero, che invece andrebbe
dedicato anche ad annoiarsi un po'. Perché proprio la noia è benzina per le
nuove idee. Una ricerca pubblicata su Frontiers in Psychology, ad esempio,
ha dimostrato che favorire le attività poco strutturate, dal gioco all'aperto
alla lettura, dalle visite allo zoo alle passeggiate nel parco, aiuta gli
alunni delle scuole elementari ad avere performance creative migliori: il
gioco di ruolo, un classico delle attività infantili, è uno dei modi
migliori per stimolare il "genio". E uno studio americano su 56 adulti
conferma: bastano quattro giorni di full immersion nella natura, senza
diavolerie elettroniche, per dare una tregua alla mente che, non più
costretta a dare fondo alle sue capacità di attenzione, ritrova slancio e
creatività. Ma se lo stile di vita attuale sembra soffocare l'inventiva, d'altro
canto c'è sempre maggior consapevolezza che fantasia e creatività siano
talenti da incentivare.

Spiega Barbara Colombo, coordinatrice dell'unità di ricerca di Psicologia
della Creatività all'Università Cattolica di Milano: «Studi su persone che
hanno perso l'impiego hanno dimostrato che il pensiero creativo si associa a
una maggior probabilità di reinserirsi nel mondo del lavoro o di migliorare
la propria posizione: chi è molto esperto nel suo campo, ma è "rigido", non
lascia mai la strada vecchia per la nuova e spesso non trova alternative;
chi è esperto ma ha un pensiero flessibile, capace di spaziare con
creatività, riesce a riciclarsi meglio. Ed è più apprezzato dai datori di
lavoro». Tutto sta nella capacità di avere un pensiero divergente,
caratteristica alla base della creatività secondo molti studiosi: chi vede
oltre gli steccati, facendosi distrarre da stimoli collaterali insoliti, è
più ingegnoso e innovativo di chi utilizza solo il pensiero convergente,
ovvero focalizzato su un obiettivo, logico e razionale. Secondo molte
ricerche, poi, chi è creativo è anche più intelligente (mentre l'inverso non
è scontato). Ma è possibile definire la creatività? «È composta da diversi
fattori: fluidità (quante idee siamo capaci di partorire); flessibilità
(capacità di trarre spunto da elementi diversi e passare dall'uno all'altro);
originalità, (effettiva innovazione del pensiero); elaborazione (il grado di
dettaglio con cui si specificano le idee) - spiega l'esperta -. Secondo un
altro tipo di approccio, la creatività è soprattutto la capacità di
associare elementi molto distanti fra loro per trarne una novità».

di Elena Meli.