Camminare a passo svelto può rallentare il processo di invecchiamento biologico!

Da Corriere Salute del 1° maggio 2022:

I ricercatori inglesi stimano che camminare velocemente potrebbe ridurre l'età a livello cellulare di 16 anni: trovato un collegamento tra il movimento rapido e la lunghezza dei telomeri.

Di Cristina Marrone.

La domanda se la fanno in tanti: come si fa a vivere più a lungo (e in salute)? L'elisir di lunga vita non è ancora stato trovato, ma rallentare il processo di invecchiamento biologico sembra possibile. Almeno secondo quanto ha concluso un gruppo di ricercatori inglesi dell'Università di Leicester che ha scoperto un legame tra il nostro modo di camminare e come invecchiamo. Gli scienziati, che hanno pubblicato il lavoro su Communications Biology stimano che camminare in modo veloce potrebbe ridurre di 16 anni la nostra vita biologica, a livello cellulare.
I ricercatori hanno trovato un collegamento tra la camminata veloce e lunghezza dei telomeri, piccole porzioni di Dna che si trovano alle estremità di ogni cromosoma e lo proteggono dai danni: per fare un paragone sono come i cappucci alle estremità delle stringhe delle scarpe che impediscono ai lacci di sfilacciarsi. Ogni volta che una cellula si divide, questi telomeri diventano più corti, fino a un punto in cui diventano così corti che la cellula non può più dividersi, un processo noto come «senescenza replicativa». Questi biomarcatori si riducono naturalmente man mano che invecchiamo ma la ricerca ha dimostrato che alcune situazioni come stress, mancanza di sonno e lavori impegnativi possono accelerare la loro riduzione. Per questo gli scienziati considerano la lunghezza dei telometri come un forte indicatore di «età biologica» (cioè quanto si stanno consumando le cellule del corpo), che può essere molto diversa dall'età anagrafica.
Nello studio sono stati coinvolti 400 mila adulti britannici. Gli scienziati hanno scoperto che chi aveva l'abitudine di camminare a passo svelto dimostrava fino a 16 anni in meno in termini di età biologica, una volta raggiunta la mezza età. Non è stato necessario svolgere alcuna particolare attività fisica:
la discriminante è stata la velocità del passo e camminare non richiede addestramento o attrezzature particolari. L'intensità del movimento durante le passeggiate è stata misurata da dispositivi che si indossano al polso e permettono di misurare l'attività fisica. Incrociando questi dati con quelli genetici i ricercatori hanno trovato un legame causale tra camminata veloce e lunghezza dei telomeri, indipendente da qualunque attività fisica. L'intensità del movimento sembra importante: una piacevole passeggiata non sembra avere lo stesso effetto di una camminata veloce, sebbene qualsiasi tipo di movimento faccia bene. La stessa velocità di camminata è influenzata da una serie di fattori come la capacità polmonare, il controllo dei movimenti, la salute mentale e i livelli di motivazione.
I ricercatori suggeriscono che i medici potrebbero considerare la rapidità nella camminata come un indicatore di salute generale. «Questo nostro studio ci dice che misure come una velocità di deambulazione abitualmente più lenta sono un modo semplice per identificare le persone a maggior rischio di malattie croniche o di un cattivo invecchiamento e che l'intensità dell'attività può avere un ruolo importante nell'ottimizzare gli interventi» dice l'autore principale dello studio dottor Paddy Dempsey. Qualche esempio? Camminare velocemente verso la fermata della metro o per andare a prendere i figli a scuola. Le occasioni per accelerare il passo sono innumerevoli.
I ricercatori dell'Università di Leicester qualche anno fa avevano dimostrato, utilizzando sempre la biobanca britannica, che anche solo 10 minuti di camminata veloce al giorno erano associati a un'aspettativa di vita più lunga e che chi cammina a passo svelto aveva un'aspettativa di vita fino a 20 anni in più rispetto a chi cammina lentamente. «Anche se in precedenza abbiamo dimostrato che il ritmo della camminata è un predittore importante dello stato di salute, non eravamo stati in grado di confermare che l'adozione di un'andatura veloce generasse effettivamente una salute migliore. In questo studio, invece, abbiamo utilizzato le informazioni contenute nel profilo genetico delle persone per dimostrare che è altamente probabile che un passo più veloce porti a un'età biologica più giovane, misurata dai telomeri», conclude Tom Yates, autore senior e professore di attività fisica, comportamento sedentario e salute all'Università di Leicester.