Arnica: una pianta multiuso!

Da Starbene n. 8 del 2021:

Fiore e foglie sono un concentrato di principi attivi che agiscono in caso di traumi e proteggono la salute di cuore e circolazione.

Di Rossella Briganti.

Una macchia di colore giallo brillante tra il verde dei prati in quota: l'arnica montana vive solo tra gli 800 e i 3000 m di altitudine e gode di una lunga
stagione di fioritura, da maggio fino a settembre. Conosciuta da molti secoli per le sue proprietà terapeutiche, è uno di quei prodotti naturali che tanti
hanno nell'armadietto dei medicinali come pomata o gel di primo soccorso, ma pochi sanno esattamente come agisca e a cosa serve. «È un fitocomplesso multiuso,
grazie ai principi attivi di cui fiore, foglie e rizoma sono ricchi e che agiscono in sinergia potenziandosi tra loro», sottolinea Francesco Laganà, medico
di medicina generale a Reggio Calabria ed esperto in terapie naturali.
Combatte dolori e infiammazioni
Tra le sostanze funzionali troviamo l'arnicina, uno zucchero naturale ad azione antinfiammatoria, così come l'arnisterina, l'arnifolina e l'elenalina,
sostanze in grado di ridurre edema e infiammazione. «Molto importanti sono anche i numerosi bioflavonoidi, che rinforzano l'endotelio dei vasi sanguigni
e hanno perciò un'azione flebotonica e capillaroprotettrice», prosegue il dottor Laganà. «Si rivelano preziosi soprattutto in estate, quando il caldo torrido
e i lunghi tragitti in auto, in treno e in aereo, mettono a dura prova le vene che si dilatano, con conseguenti gonfiori alle gambe. Inoltre, il pool di
bioflavonoidi racchiuso nell'arnica montana tonifica il sistema cardiocircolatorio: migliora la capacità del cuore di resistere allo sforzo fisico e rappresenta
un ottimo alleato di chi si dedica a un'intensa attività sportiva e persino per contrastare l'ipertrofia cardiaca lieve». Infine i carotenoidi, pigmenti
naturali responsabili del suo colore giallo acceso, oltre all'azione antinfiammatoria, sono ottimi antidolorifici, antinevralgici e antireumatici. Aiuterò
quindi a contrastare i traumi muscolari e nervosi conseguenti a una caduta o a una contusione, nonché i dolori dell'apparato muscolo-scheletrico derivati,
ad esempio, dall'artrosi o da un intervento ortopedico. «Senza dimenticare l'effetto preventivo verso ecchimosi ed ematomi», puntualizza l'esperto. «Se
applicato a botta calda, il gel d'arnica evita che si formi il livido, dovuto allo stravaso di sangue. Quando è usato nelle ore o nei giorni successivi
ne limita l'aggravarsi».
Anche per i disturbi cronici
L'arnica ha effetti terapeutici pure per quelle patologie che si riacutizzano in certi periodi dell'anno (flebiti, dolori articolari, contratture muscolari
alla schiena). La Cochrane Review, il più autorevole ente di revisione degli studi pubblicati su riviste scientifiche internazionali, ha evidenziato come
la sua attività antinfiammatoria risulti sovrapponibile (e in alcuni casi superiore) a quella dei cosiddetti Fans, antinfiammatori non steroidei tipo l'ibuprofene.
«Last but not least, alcune ricerche dimostrano che l'assunzione di arnica montana, diluita e dinamizzata secondo le leggi dell'omeopatia, contrasta l'insorgenza
della retinopatia diabetica, nei pazienti affetti da diabete di tipo due», aggiunge il dottor Francesco Laganà. «Merito del fatto che il suo fitocomplesso
riesce a contrastare la sclerosi dei vasi sanguigni che irrorano la fovea, cioè la parte interna della retina. Mantiene una buona vascolarizzazione dell'occhio
e previene ecchimosi ed emorragie nella delicatissima retina».
Assumila così
Come topico non va mai utilizzata su tagli, abrasioni e ferite aperte, ma solo in caso di cute perfettamente integra. Pomate, creme o gel anti-trauma vengono
realizzati a partire dalla tintura madre di arnica montana, cioè un estratto idroalcolico ottenuto facendo macerare la pianta fresca e, in genere, ne contengono
il 20%. È possibile utilizzare la tintura madre pura per applicazioni o toccature sull'area dolente e traumatizzata: 40 gocce diluite in mezzo bicchiere
d'acqua tiepida (bollita e poi lasciata raffreddare). «Questa preparazione liquida è valida in caso di distorsioni, contusioni, stiramento di muscoli o
nervi. Per uso sistemico, invece, l'arnica viene utilizzata solo in forma omeopatica. Ingerita così com'è, infatti, ha pericolosi effetti tossici che possono
portare a tachicardia e collasso cardiocircolatorio», spiega l'esperto di terapie naturali. In linea generale, per tutte le infiammazioni acute e localizzate,
si consigliano basse diluizioni (5 o 7 Ch) che agiscono da farmaco sintomatico, purché assunti con una certa frequenza: 5 granuli ogni 2 ore fino alla
remissione dei sintomi. Per i dolori e i processi infiammatori cronico recidivanti, come artrosi, lombalgia e cervicalgia, nonché per migliorare la resistenza
del cuore, meglio puntare su diluizioni alte, dalla 15 alla 30 Ch, 5 granuli 2 volte al dì. Per flebiti, vene varicose e disturbi della circolazione, infine,
ok alle diluizioni intermedie, dalla 9 alla 12 Ch, stessa posologia». Dando uno stimolo biologico alla riparazione tissutale, i granuli agiscono in maniera
dolce e priva di effetti collaterali. L'importante è seguire cicli di 3 mesi, 20 giorni al mese seguiti da una pausa di 10 giorni.