Alcuni esempi che potrebbero aiutare a smettere di fumare!

Da Focus di febbraio 2017:

5 fatti poco noti che vi faranno smettere di fumare!

Abbiamo raccolto 5 fatti poco noti che vi potrebbero far smettere di fumare. O far riflettere (se non fumate).

1. 5 sigarette inquinano quanto una locomotiva diesel! Un test effettuato dal Centro antifumo dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano ha trovato che accendere il fumo di 5 sigarette inquina l'aria quanto un un locomotore per treni diesel, da 2.000 cavalli. Il test ha valutato le emissioni di polveri sottili PM10, quelle con un diametro inferiore ai 10 micron (millesimi di millimetro). Negli anni scorsi, con test analoghi, lo stesso gruppo aveva calcolato che una singola sigaretta inquina da 4 a 6 volte di più dello scarico di in tir e 3 volte in più di una moto Harley Davidson.

2. Il fumo passivo c'è anche all'aperto. I divieti di fumo all'aperto iniziano a comparire anche in Italia, nei giardini e nelle aree frequentate dai bambini. Alla finale di Champions league (maggio 2016) era vietato fumare persino nello stadio di San Siro. Ma secondo gli esperti andrebbero estesi: le sigarette infatti inquinano molto anche all'aperto. Secondo uno studio del Centro antifumo dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, a causa dei fumatori, fra le 18 e la mezzanotte, la concentrazione di polveri sottili nelle belle vie pedonali di Brera, quartiere storico di Milano, è maggiore di quella che si trova nelle vie trafficate adiacenti. Questo studio è stato pubblicato su European Respiratory Journa.

3. Anche i mozziconi sono velenosi. Per chi getta a terra le cicche di sigaretta, le nuove norme prevedono multe che vanno dal 30 a 300 euro. Questa cifra è giustificata sia dal fatto che un singolo mozzicone impiega 3-4 anni a degradarsi sia dalla quantità di sostanze tossiche e cancerogene contenute nelle cicche. Le principali sono: nicotina (tossica per l'uomo e l'ambiente), toluene (tossico), formaldeide (tossica e cancerogena), piridina (tossico per il sistema riproduttivo), benzopirene (cancerogeno), catrame (tossico e cancerogeno), catecolo (cancerogeno), benzene (cancerogeno), metalli pesanti come nichel, cromo e arsenico (tossici cancerogeni), polonio-210 (cancerogeno in quanto radioattivo), acetato di cellulosa (pericoloso per l'ambiente). Nella foto: l'opera "horror at home" dell'artista Damien Hirst.

4. Smettere di fumare fa crescere il seno (e costa meno della plastica). Le donne che smettono di fumare percepiscono, dopo qualche mese, un aumento del volume del seno. Sono state loro stesse a riferirlo ai medici dell'Istituto Nazionale dei tumori di Milano, rispondendo a un questionario appositamente predisposto. L'effetto non è riconducibile ai chili in più che a volte guadagna chi smette di fumare; infatti, l'81 per cento delle donne non era aumentato di peso. I ricercatori ritengono che l'aumento di volume del seno sia dovuto al fatto che il fumo di sigaretta interferisce con il metabolismo degli ormoni sessuali femminili e, in particolare, con quello dell'estradiolo.|

5. Il fumo provoca un invecchiamento rapido. Che il fumo faccia venire le rughe non è una novità. Un paio di anni fa però un gruppo di chirurghi plastici dell'università di Cleveland (Usa) ha voluto capire quali sono i segni distintivi dell'invecchiamento da sigarette, analizzando 79 coppie di gemelli, nelle quali uno dei due fumava da almeno 5 anni e l'altro no. Fra i primi, l'ovale del volto mostrava cedimenti molto più marcati, soprattutto sulle guance e sotto gli zigomi, le palpebre erano più cadenti e c'erano molte più rughe nella parte bassa del volto, fra naso e bocca e attorno alle labbra. A questo si aggiungeva un ingiallimento generale della carnagione. Altri studi in passato hanno documentato che chi fuma ha anche capelli più spenti e radi, più acne e soffre più spesso di alitosi!

Il modo più sadico di smettere di fumare!

La terapia dell'estinzione promette di ridurre la dipendenza da nicotina esponendo i fumatori a stimoli che spingano ad "accendere", senza permettere loro di farlo. Funziona? In parte sì.
A un fumatore accanito basta vedere un accendino per desiderare ardentemente una sigaretta: un gruppo di psicologi statunitensi ha provato a intervenire su questo meccanismo - ossia l'esposizione allo stimolo e il conseguente impulso a fumare - per disattivare le associazioni mnemoniche che inducono alla dipendenza.
per il tuo bene... La tecnica denominata "terapia dell'estinzione", somiglia più a una tortura: chi vuole smettere viene letteralmente bombardato di situazioni che gli ricordano il gesto di fumare, ma allo stesso tempo gli viene negato l'accesso al pacchetto. In questo modo, secondo i ricercatori, l'associazione tra gli stimoli invitanti e la dannosa abitudine viene gradualmente indebolita.
Abitudine. Il metodo promosso dalla Medical University of South Carolina non è infallibile - molti pazienti hanno avuto ricadute, dopo il trattamento - ma in parte funziona. Si basa sul fatto che, nei fumatori, il ricordo della "botta" di nicotina seguita a diversi stimoli ambientali - la pausa caffè, l'attesa dell'autobus - è stato rafforzato migliaia di volte. Chi fuma ha imparato che a una situazione segue quasi necessariamente l'altra (il riflesso condizionato per cui il celebre cane di Pavlov riceve cibo ogni volta che suona il campanello).
Il momento giusto. Quando si smette, queste associazioni si indeboliscono fino a svanire, ma nei primi tempi è molto facile ricascarci. Ogni volta che accediamo a un ricordo, la sua traccia si indebolisce momentaneamente, per poi riconsolidarsi a lungo termine: è in questa finestra di tempo che la terapia interviene. Nello studio, 44 fumatori sono stati esposti a video di persone che fumavano, fatti apposta per risvegliare il ricordo.
Vorrei, ma non posso. Dieci minuti dopo, i volontari sono stati sottoposti, per un'ora, a foto e video di persone che fumavano, e hanno ricevuto sigarette con cui giocare (ma che non potevano accendere). Un secondo gruppo di controllo ha avuto lo stesso trattamento, ma senza il video di fumatori iniziale: al suo posto, è stato proiettato un filmato di persone che lavavano i piatti.
Successo a metà. Entrambi i gruppi hanno ricevuto due sessioni di terapia per più giorni consecutivi. Dopo un mese, il primo gruppo fumava in media meno sigarette (7, contro 10) rispetto al secondo.
Tuttavia, il livello di cotinina - un marcatore del livello di fumo attivo o passivo - nelle urine è rimasto lo stesso, e la distanza dalle sigarette non è sempre durata a lungo, un fatto che rende alcuni scettici sull'efficacia della tecnica. Per loro le associazioni sono così solide che disattivarle con un cortocircuito è più difficile di quel che si creda!