Tutto sulle zanzare e come combatterle naturalmente!

Da La repubblica del 29 giugno 2016:

Zanzare, sono ghiotte di anidride carbonica e acido lattico. A rischio chi
beve birra!

Quel ronzio che tormenta le nostre estati. I rimedi naturali per salvarsi.
Al sicuro solo il gruppo sanguigno A.

di GIUSEPPE DEL BELLO.

QUANDO SI DICE un batter d'ali. Il fatto è che le zanzare, le ali le agitano
mille volte al secondo. Pochi sfuggono all'assalto serale, l'ora di caccia
prediletta dal popolo delle Culex Pipiens (la specie più diffusa in Italia).
Eppure in tanti se la cavano. Ma perché c'è chi esce indenne dalla notte
vampiresca? Per varie ragioni. La prima è una questione di scelta. Se nella
stessa camera convivono in due, di sicuro ce n'è uno che la fa franca, o
quasi. Mentre l'umano più appetitoso dovrà soccombere. Innanzitutto alla
stilettata della puntura cerca- sangue, poi all'inoculazione della saliva
dell'animale che fa da anticoagulante e, subito dopo, all'estrazione della
modica quantità, tra 2 e 5 microlitri del nostro sangue. Insomma, un sistema
ben collaudato, quello delle zanzare femmine, le sole che pungono. Furbe
come pochi altri insetti (se intuiscono la minaccia della controffensiva
schiaffo mortale), guidate da occhi e olfatto, sono attratte da colori scuri
e odori particolari. Come quelli che provengono dalle sostanze secrete dalla
nostra pelle, ancor più se sudata. Dall'anidride carbonica all'acido
lattico, di cui sono ghiotte.

E non è tutto. Secondo una ricerca di tre anni fa dello Smithsonian
Institute di Washington, nella selezione della preda conta anche il gruppo
sanguigno. Zero, seguito dal tipo B, fa più gola degli altri, mentre A non
se lo fila nessuna zanzara. E, sempre nella scheda del profilo ideale,
compaiono la temperatura del corpo (le donne in gravidanza, in genere,
emanano più calore) e chi beve birra a gogò. Inconfondibili, le punture,
lasciano sulla pelle il caratteristico ponfo. All'origine della catena
infiammatoria c'è sempre la saliva della zanzara che, una volta inoculata
attraverso il minipungiglione, causa il rilascio di istamina da parte del
nostro corpo. E poichè l'istamina è un agente infiammatorio, a sua volta, è
responsabile della reazione allergica. Che nei soggetti sensibili produce
gli effetti maggiori, dal lieve rossore fino al prurito intenso che fa
scattare la reazione del malcapitato. Se la puntura arriva di notte, il
risveglio è brusco. Con la mano che corre veloce nell'area colpita. Ci si
gratta al punto da procurare una lesione della cute fino a farla sanguinare.
E fin qui, basta difendersi e adottare qualche precauzione. Ce ne sono
tante.

Il guaio è però che le zanzare rimangono portatrici di varie malattie. Fino
alla metà del secolo scorso, la malaria è stata la più temuta in Italia,
veicolata proprio dall'anophele attraverso il Plasmodium (protozoo
unicellulare) e le sue spore. Una situazione endemica che nell'800
registrava solo due delle 69 province italiche (Macerata e Imperia) indenni
dalla malattia. Il Belpaese fu dichiarato "malaria free" solo nel 1973. E
questo perché l'Oms, pur in assenza di casi dalla fine degli anni '50, ne ha
aspettato altri venti prima di cantare vittoria.

Oggi invece, mentre qui da noi la situazione è sotto controllo, nei paesi in
via di sviluppo le malattie tropicali trasmesse dalle zanzare continuano a
uccidere milioni di persone. Quelle che aggrediscono di notte e quelle che
vanno a caccia a qualsiasi ora, le zanzare non sono tutte uguali, avverte
Alberto Tomasi, specialista in Igiene e Medicina preventiva a Lucca e
presidente della Società italiana di Medicina dei viaggiatori e dei
migranti: "Oltre la Culex Pipiens, oggi si è diffusa a macchia d'olio la
Aedes Albopictus della famiglia delle Culicidae che, in Italia e in Europa,
si sono affacciate nei primi anni '90". Zebrata, con strisce bianche e nere,
la Aedes è più nota come zanzara-tigre.

"Nel vecchio continente ci è arrivata grazie a un viaggio transoceanico -
precisa Tomasi - a bordo di un carico di pneumatici. Punge, la tigre, senza
farsi scrupoli, anche di giorno. E basta una riserva d'acqua di soli cinque
giorni per riprodursi". Unico modo per difendersi è quello di lasciarla a
secco. Per tagliarle l'approvvigionamento idrico è sufficiente curare le
aree esterne. Piccole precauzioni, aggiunge il docente: "Basta rimuovere i
sottovasi delle piante ed evitare che si formino pozzetti. Se a questi
insetti manca l'acqua stagnante non hanno alcun modo di riprodursi. E senza
larve, niente zanzare adulte". Semplice, no?

Rimedi naturali contro la puntura di zanzare.

Si avventano anche più volte a notte. «Ma in modo irregolare per scampare
alla ciabatta - spiega Roberto Antonio Pantaleoni, entomologo della
università di Sassari mentre le parenti della zanzara tigre, in zone
paludose, pungono in pieno giorno. Molto aggressive, si registrano di più in
Maremma, nelle valli di Comacchio e negli stagni di Oristano».

Come difenderci? Okay ai metodi naturali, ma nessuna garanzia. Si parte da
aceto e limone, entrambi utili a tenerle lontano. Poi, le piante: gerani e
lavanda emanano un profumo che alla zanzara non piace.
Variegato il mondo dei dispositivi, dalla lampadina gialla all'emanatore: le
piastrine contengono insetticidi sintetici (piretroidi) che funzionano sulle
zanzare ma imporrebbero le finestre aperte. Effetto repellente anche dagli
abiti in resina acrilica. E per tutelare i bambini?«Zone paludose off-limits
per quelli allergici, indossare indumenti con maniche lunghe e no ai saponi
profumati risponde Annamaria Mazzotta, dermatologa al San Camillo di Roma -
e per prevenire vanno bene repellenti, come il ditterex, a base di
omeopatici». Una volta punti, se la lesione è unica, va bene la crema
antinfiammatoria non steroidea, se ci sono più punture si associa un
cortisonico locale. E se si gratta di notte ci vuole l'antistaminico per
bocca». C'è chi teme la leishmaniosi trasmessa dai cani: «Potenzialmente il
rischio umano c'è,
ma è rarissimo - dice il garante dei diritti degli animali di Napoli, Stella
Cervasio - Invece per Fido è concreto e, a volte, mortale. Farlo dormire al
coperto è la prima precauzione, la pipetta di permetrina lo tutela ma solo
in parte. Vaccino costoso e non garantisce».